domenica 4 marzo 2012

Le donne mentono sulle diete 468 volte all’anno

Secondo uno studio commissionato da Timex, le donne mentirebbero 468 volte all’anno sulle diete, circa nove volte alla settimana.
La bugia più frequente è “ne ho mangiato solo una piccola porzione”, dopo avere mangiato un piatto abbondante. Altre bugie sono “mi concedo qualche dolcetto solo raramente” oppure “penso di mangiare leggero stasera”.
Lo studio non approfondisce però del tutto il perché di queste sistematiche bugie: si potrebbe pensare che per alcune donne “essere a dieta” è una sorta di status da vantare con amiche e colleghe.
Un’altra ipotesi è che le donne tentino di auto-convincersi di rispettare rigorosamente la dieta perché se ammettessero con sé stesse lo “sgarro”, poi temono di rinunciare del tutto a controllarsi con il cibo.


Vuole baciare 100 uomini, diventa una star del web

Baciare cento uomini nella città dell’amore, Parigi, e pubblicare le foto dei baci sul suo blog. E’ questo l’originale sfida lanciata da Yang Ya-Ching, studentessa 27enne di Taiwan diventata ora famosa sul Web. “L’idea mi è venuta tre anni fa”, ha raccontato la ragazza che ha fatto sapere di esser arrivata per ora a metà dell’opera, con 54 baci.
Nessuna paura delle malattie – A uno dei visitatori del suo blog, che le ha chiesto se non avesse paura della possibile trasmissione di malattie, Yang ha risposto convinta: “Nella vita più hai paura e meno ottieni”. La ragazza, che vive a Parigi da ormai molti anni, non fa distinzione di classi sociali e accetta i baci di qualsiasi ragazzo. Fino ad oggi ha “reso felici” studenti, operai, soldati, modelli e persino turisti.

Camionista cinese percorre 800km con cartoni al posto del cristallo

La vita dei camionisti non è sempre facile. Spesso e volentieri sono costretti a stare lontani dai propri cari, anche per lunghi periodo di tempo, e non di raro devono far fronte a situazioni d’emergenza con mezzi e strumenti a dir poco inadatti. Sing Li, un 24enne che esercita la professione in Cina, può tuttavia esser definito un camionista atipico, di certo più sfortunato di molti altri suoi colleghi.
Il giovane, partito per un viaggio che lo avrebbe visto percorrere 800 chilometri, ha avuto un piccolo incidente che ha causato la rottura del cristallo anteriore della motrice. Dovendo fare delle consegne urgenti Sing ha sostituito il cristallo con un pannello di cartone e ha proseguito il viaggio. Stando a quanto riferito dai media locali il giovane ha guidato tenendo la testa fuori dal finestrino.
Il suo inconsueto modo di guidare è stato ovviamente notato dalla polizia che, dopo averlo fermato, poco distante da Henan, nella Cina orientale, lo ha arrestato con l’accusa di guida pericolosa. Sing, che al momento del fermo aveva un occhio congelato e la testa di colore bluastro, ha cercato di giustificarsi spiegando al giudice di aver violato il codice della strada soltanto perché “non voleva ritardare la sua tabella di marcia”.

sabato 3 marzo 2012

Il blog di un amico...

Idee, spunti,notizie...
Basta poco;
Che ce vo'!!!!!

L’impunito razzismo antimeridionalista nel calcio

F.A.R.E. , ovvero acronimo di “Football Against Racism in Europe” è lo slogan che l’U.E.F.A. ha adottato per abbattere il razzismo all’interno degli impianti sportivi in tutta Europa. Ma al “Pallone del Fare” sembra che sia proibito rimbalzare su campi di calcio italiani. Vediamo perché.
Finché si tratta di stupidi episodi che colpisco calciatori come Eto’o, Balotelli o Zuniga allora scattano prima le denuncie e poi le ammende, ma quando i destinatari dei cori razzisti sono i Napoletani, allora il “Pallone del F.ar.e.” si affloscia inesorabilmente.
“Vesuvio, lavali col Fuoco”. Dallo Stadio Olimpico di Roma è arrivata in tutte le case sintonizzate sull’incontro Lazio-Napoli, più forte che mai, l’esortazione al vulcano. E poi ancora gli incontri Inter – Napoli o Verona – Napoli come “Napoli Fogna d’Italia, Hitler con gli Ebrei anche i Napoletani e Basta con i Massacri in Bosnia facciamoli a Napoli”.
Il razzismo anti partenopeo approda anche in Inghilterra, dove durante l’incontro di Europa League Liverpool – Napoli i tifosi inglesi esibiscono lo striscione “Lavatevi con acqua e Sapone”.
Dov’è la novità? Ormai siamo abituati.
Ed è proprio questo il problema. Ignorare il razzismo significa accettarlo.
Con il “Vesuvio, lavali col Fuoco” di Lazio-Napoli, il Sig. Mauro Bergonzi di Genova, direttore di gara, non ha ravvisato gli estremi per la sospensione temporanea della gara. Stupisce e non poco che anche il Capitano del Napoli Paolo Cannavaro, a cui spettava il compito di richiederne la sospensione, abbia perso nuovamente l’opportunità per avvalersi di sacrosanti diritti, nonostante le molteplici segnalazioni ricevute.Gli epiteti contro i partenopei hanno tutti i connotati di una forma di razzismo da stadio legalizzata.Eppure le nuove norme della Federcalcio che regolano le “Responsabilità per Comportamenti Discriminatori” parlano chiaro: “Le società sono responsabili per l’introduzione o l’esibizione negli impianti sportivi da parte dei propri sostenitori di disegni, scritte, simboli, emblemi o simili, recanti espressioni di discriminazione. Esse sono altresì responsabili per cori, grida e ogni altra manifestazione espressiva di discriminazione che comporti offesa, denigrazione, incitamento all’odio o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori. In caso di manifestazioni e cori razzisti, l’arbitro ha la facoltà di sospendere temporaneamente la partita in corso e, nel caso di atteggiamento razzista prolungato, anche la discrezione di fischiare la conclusione anticipata della gara”. Quindi l’invocazione al Vesuvio si configura chiaramente come una discriminazione razziale e un incitamento all’odio. Ricordiamolo, ignorare il razzismo significa accettarlo e Paolo Cannavaro prenda esempio da Marco Andrè Zoro del Messina, primo ed unico calciatore che ha osato ribellarsi a cori razzisti in Italia, dando una lezione di civiltà alla nostra italietta.

Tragedia a Phillip Island, muore pilota 17enne. Cancellata la Superpole

Si apre in tragedia la stagione di Superbike. Sul tracciato australiano di Phillip Island,la scorsa settimana, scenario della prima prova del Mondiale, il 17enne Oscar McIntyre è deceduto in seguito alle lesioni riportate in un incidente avvenuto nel corso della gara d’esordio del campionato nazionale Superstock 600.
Lo sfortunato centauro sembra che sia stato investito da Luke Burgess e Michael Lockhart. La pista è stata chiusa per consentire alle autorità di polizia di svolgere le indagini del caso. Gli altri due piloti coinvolti non sono in pericolo di vita.
Oscar McIntyre è caduto nel secondo dei 12 giri previsti: inutili i soccorsi. “Ogni dichiarazione sembra superflua  – sono le prime parole di Biaggi –. Siamo molto amareggiati per quanto successo. Non conosciamo i dettagli ma è sembrato logico sospendere la sessione”.
Una sciagura che ricorda quella del 23 ottobre scorso, quando a perdere la vita fu Marco Simoncelli.

The River: la nuova horror-serie

American Horror Story è infatti la volta di The River che approderà sugli schermi italiani di Sky Uno HD
Il genere con cui è stato classificato The River, già in onda dal 7 febbraio per il canale statunitense ABC e prodotto dalla Amblin Films di Steven Spielberg, è quello “paranormale”. E non poteva essere altrimenti, considerato che fra i creatori della serie figura il nome di Oren Peli, regista di quel Paranormal Activity che, a distanza di qualche anno da The Blair Witch Project, ha contribuito a sdoganare il cosiddetto mockumentary, in breve un falso documentario il cui taglio realistico ha lo scopo di alimentare la suspense dello spettatore.
Ovviamente in un mockumentary di reale c’è ben poco e The River non fa eccezione. È semplicemente questo il registro stilistico scelto per ricostruire la misteriosa scomparsa, durante una spedizione in Amazzonia, del famoso esploratore e conduttore televisivo Emmet Cole (Bruce Greenwood). Sulle tracce di Cole partiranno sei mesi dopo la moglie Tess (Leslie Hope) e il figlio Lincoln (Joe Anderson), accompagnati da una troupe televisiva pronta a documentare le ricerche all’interno della bellissima quanto inquietante foresta amazzonica.
Se l’horror fa per voi, perché non dare una chance e The River? Io di solito non dico mai di no a un nuovo pilot…